Il calamaro viene distinto in varietà diverse a seconda delle dimensioni. Le specie principali sono:
– Allotheuthis media, detto anche calamaretto, che ha una lunghezza variabile tra i 3 e i 7 cm; è di colore bruno-rosso, e riconoscibile dalla presenza di una punta sul vertice del mantello;
– Loligo vulgaris, lungo 30-45 cm, diffuso anche nel Mediterraneo;
– Architeuthis princeps, meglio noto come “calamaro gigante” che può raggiungere i 18 m di lunghezza e pesare fino a 2 tonnellate, guadagnandosi così il riconoscimento di invertebrato più grande del mondo; esso possiede anche i più grandi occhi del regno animale (ognuno dei quali è grande quanto una testa umana): questo perché vive in un ambiente molto buio, dove ogni fonte luminosa necessita di essere catturata. Vive nell’oceano Atlantico dai 300 ai 600 m di profondità, dove diviene spesso preda di campidogli.
Il calamaro può anche essere classificato a seconda delle zone in cui vive:
– Loligo vulgaris, vive in Europa;
– Loligo japonicus e pealeii , abita il Pacifico Orientale;
– Loligo forbesi, calamaro dell’Atlantico Orientale.
Il calamaro europeo è caratterizzato da conchiglia interna e corpo allungato con pinne laterali che raggiungono l’estremità posteriore della sacca.
Possiede 10 tentacoli di cui 2 più lunghi e ricoperti da più file di ventose. Il colore è roseo-trasparente con venature rosso scuro e violetta. Raggiunge una lunghezza di 30–50 cm.
Una specie particolare di calamaro, la Gonatus onyx, si è dimostrata l’unica ad avere una particolare cura parentale, vale a dire un comportamento finalizzato alla conservazione e lo sviluppo della prole.
Il calamaro viene pescato con reti a strascico o da traino; l’allevamento di calamari è scarso, però si stanno studiando nuove tecniche per svilupparlo maggiormente.